Internet:
opportunità e sfide per un'umanità connessa
Giornata " web4unity : in rete per un mondo unito "Intervento di Maria Rosa Logozzo
Dovrei in questo mio intervento, dare un quadro d’insieme
di quanto poi verrà approfondito nel corso della giornata.
Gli utilizzi
odierni di Internet si possono schematicamente raggruppare in due
filoni:
Internet come spazio informativo e Internet come comunità
virtuale.
Spazio informativo
In Internet è venuto a costituirsi
uno sconfinato spazio d’informazione – comunemente detto Web dal nome
dell’architettura che lo supporta – costituito da ipertesti, documenti
multimediali interconnessi tra loro attraverso dei richiami (link), cliccando
sui quali si accede ad altre pagine – non solo dello stesso documento, ma pure
di documenti diversi, collocati non importa dove nel mondo.
Comunità virtuale
Internet è anche una grande comunità composta da un insieme di
comunità le più varie, in cui gli individui, spesso accomunati da specifici
interessi, intrecciano relazioni utilizzando vari strumenti tra cui la posta
elettronica, le chat (ambienti in cui si conversa attraverso messaggi scritti),
i newsgroup (bacheche elettroniche dedicate ad uno specifico argomento).
In
queste nuove forme di socializzazione la comunicazione è prevalentemente
scritta. Mancano quei messaggi non strettamente verbali come la mimica facciale
o il tono della voce. Per l’individuo è più semplice inserirsi in una di queste
comunità virtuali, non c’è il rischio di essere discriminati per l’aspetto
fisico e si può mantenere l’anonimato, cosa non sempre da ritenere negativa
perché, per esempio, esistono comunità che aiutano persone in momenti difficili
e che sono frequentati proprio perché garantiscono l’anonimato. Di contro sono
frequenti i casi di mistificazione dell’identità e non si è mai sicuri di
conoscere i propri interlocutori.
Nuove frontiere
Il cammino di
Internet è appena cominciato. Nei prossimi anni lo sviluppo delle tecnologie di
connessione coll’auspicato abbattimento dei costi e il diffondersi di
dispositivi più maneggevoli interfacciabili alla Rete, promuoveranno una
diffusione più capillare di questo mezzo di comunicazione.
È difficile avere,
ad oggi, una visuale equilibrata dei nuovi scenari che si continuano ad
intravedere, ma è ormai chiaro che i mutamenti provocati dalla pervasività della
Rete in tutti i campi del vivere civile sono ben ”più che una semplice
rivoluzione tecnologica“, inducendo ”il rimaneggiamento completo di ciò
attraverso cui l’umanità apprende il mondo che la
circonda“.1
Focalizzo l’attenzione su quelli che
già ora ci interessano da vicino, più che su quelli che si prevedono in un
futuro.
Informazione
Oggi chiunque può inserire qualsiasi
contenuto su web raggiungendo una fascia più o meno ampia di fruitori. Questa
”sovrabbondanza di informazioni rischia di essere
paralizzante“2, di divenire
non-informazione.
Nell’architettura di Internet tutti i contenuti sono
strutturalmente livellati, la pagina personale di un bambino è sullo stesso
piano di un quotidiano di fama, c’è informazione di valore insieme a tanta
informazione inutile.
Ma il fatto che chiunque, con una modesta abilità
tecnica e pochissimi mezzi, può ”trasmettere al mondo il proprio messaggio e
richiedere ascolto“3 è una garanzia per il pluralismo
dell’informazione. Questo permette la nascita di fonti di informazione
alternativa che cominciano ad incrinare quella comunicazione a senso unico,
inquinata e distorta da interessi di parte, che finora l’ha fatta da padrona
perché era l’unica ad aver i mezzi per farsi sentire.
Sul web però
l’informazione è parziale, non c’è tutto, ma solo quello che a qualcuno è venuto
in mente di mettere. Vi do un esempio capitato proprio a me. Cercavo chi fosse
l’autore di una citazione. Su Internet risultava un imprenditore di supermercati
di Hot Dog con una sua visione sociale, solo in una buona enciclopedia cartacea
ho trovato il suo omonimo, un famoso filosofo ed era lui che mi
interessava.
L’informazione su Internet ha alcune caratteristiche peculiari
che la differenziano da quella veicolata da altri media: non c’è un tot di
pagine da riempire come in un giornale; non deve uscire con scadenze di orari
fissi come i telegiornali; è realmente multimediale potendo ospitare
indifferentemente scritto o parlato o filmati.
Ma le due note di maggior
rilievo sono l’immediatezza e l’interattività. La notizia su Internet esce
subito, ”calda calda“ – ecco l'immediatezza – in un flusso continuo 24 ore su
24.
Ciò implica, però, che non c’è tempo per un approfondimento. L’accento si
sposta sull’immediatezza più che sul contenuto. Io stessa guardando scorrere le
news in un angolo del mio schermo – l’ora di uscita dell’agenzia e due righe di
titolo – prima guardo l’ora poi il contenuto. E quando arrivo a casa le notizie
del telegiornale mi paiono ’vecchie‘ pur avendone magari letto solo i titoli.
L’interattività di Internet fa sì che la notizia possa non essere a senso unico,
dalla fonte al fruitore, dando la possibilità al fruitore di dire la sua in
tempo reale, magari in un forum virtuale. È una grossa opportunità ma ancora
poco sfruttata. Dovremmo imparare a dare anche il nostro punto di vista
all’opinione pubblica quando lo riteniamo opportuno; e qui occorre
responsabilità da parte di ciascuno nel comunicare un qualcosa che riteniamo
valido ed evitare di scrivere tanto per scrivere, facendo solo perder tempo a
tutti! La notizia arricchendosi del contributo di più persone acquisterebbe in
completezza e questo potrebbe stimolare un approfondimento a più
voci.
Individualismo
Internet non si basa su ’teorie‘, ma è
”una grande palestra di improvvisazione creativa, di invenzione spicciola e
locale, di soluzioni ad hoc (…) di bricolage“4,
termine introdotto dall’antropologo francese Claude Lévy–Strauss per indicare la
capacità associativa di popolazioni primitive, che riescono a creare utilizzando
i materiali che si ritrovano attorno.
Il prender piede della cultura del
bricolage è uno degli elementi che portano oggi l’uomo ad affermare che non
esiste una realtà unica e conoscibile, ma solo realtà individuali, soggettive,
che creiamo attraverso la nostra partecipazione e la nostra esperienza del
mondo. L’uomo della Rete compone e ricompone il mondo in cui vive sulla sua
attualità, provocando la crisi di tutte le forme di ’appartenenza‘ stabile, la
crisi della famiglia per esempio.
Le stesse comunità virtuali, che nascono,
muoiono e rinascono composte diversamente, secondo altri interessi, ne sono una
testimonianza.
Ma c’è un altro aspetto di questa ampia, multiforme, libera
possibilità di contatti in Rete ed è l’alto tasso di relazioni e scambi
culturali tra esseri umani, così elevato come mai si è visto nella storia,
perché è indubbio che Internet facilita il confronto, sempre che lo si
voglia.
Mi chiedo: non potrebbe essere che promuovendo questo dialogo,
migliorandolo nello spirito e nella metodologia, si possa innescare un processo
di maturazione dell’umanità nel suo insieme, che apra la strada ad un
riaffiorare di valori non imposti dall’esterno ma maturati dall’interno,
scaturiti dal dialogo, dunque condivisi?
Transnazionalità
Siccome Internet è nata come territorio libero aperto a chiunque, non dovrebbe sussistervi nessuna forma di censura o di limitazione nell’accesso, come quella operata da Paesi quali Cuba, il Vietnam, la Cina o la Tunisia per motivi politici o culturali. Certo, anche in Rete come nel mondo di tutti i giorni ci sono delinquenti e organizzazioni a delinquere di vario tipo. In uno Stato esiste una legislazione e esistono organismi di controllo che vigilano affinché l’agire di ogni cittadino non leda il bene comune.
Dovrebbe succedere analogamente per la società virtuale. Ma
c’è un problema. La nozione di Stato è legata alla dimensione spaziale del
territorio. Un cittadino è tale ed ha diritti e doveri nei confronti dello Stato
se vive nel suo territorio. Internet, invece, non ha frontiere, è una comunità
che non ha determinazione spaziale.
Nel dicembre 2003 a Ginevra ci sarà la
prima fase del Summit ITU (International Telecommunication Union)–ONU sulla
società dell’Informazione. Organizzazioni come Reporter Senza Frontiere (che è
stata esclusa dal Summit) stanno levando le loro voci di
protesta5 perché la libertà di espressione su Internet
sia garantita a tutti e non venga sottoposta alla legislazione e alla censura di
ciascun Paese.
L’attuale tecnologia richiede ”una cooperazione internazionale
per stabilire modelli e meccanismi volti alla promozione e alla tutela del bene
comune internazionale“6.
E qui entriamo in uno dei
dibattiti più accesi di questo periodo: qual è il confine tra la tutela del bene
comune e la tutela della privacy di ciascun individuo? ”Come garantire la
riservatezza di individui e gruppi osservanti della legge senza impedire ai
funzionari incaricati (…) di esercitare la sorveglianza dei criminali e dei
terroristi?"7
Negli Stati Uniti, per esempio, dopo
gli attentati dell’11 settembre, sono passate leggi come quella che autorizza la
formazione di una banca dati unica per raccogliere informazioni personali sui
cittadini di tutto il mondo, allo scopo di individuare comportamenti sospetti.
Ora si comincia a ripensarci, a cercare soluzioni più equilibrate.
Questi
progetti di controllo globale sono possibili anche perché, con la crescente
informatizzazione, nella nostra vita quotidiana lasciamo, spesso senza
rendercene conto, una serie continua di tracce digitali: dagli acquisti con
carta di credito alla posta elettronica, alle navigazioni su Web, molte attività
personali vengono registrate e archiviate. Da esse si ricavano informazioni sul
genere di vita, le abitudini e le convinzioni di ciascuno di noi. Grazie alla
interconnessione dei vari sistemi digitali questi dati si possono raccogliere e
utilizzare come strumento di controllo legale e politico, o per confezionare
offerte commerciali su misura, o per decidere quale personale assumere o per
altro e altro ancora.
Politica
Si era cominciato a parlare di
democrazia elettronica, comprendendo quanto la comunicazione bidirezionale
propria di un mezzo come Internet, poteva favorire un contributo attivo del
cittadino alla vita politica, con scambi di opinioni e pareri.
Qualcuno si
era spinto fino ad ipotizzare una consultazione popolare in real time per
qualsiasi decisione politica da prendere, eliminando in questo modo ogni
rappresentanza politica. Una proposta pericolosa perché l’opinione pubblica,
difficilmente competente su tutti i temi in questione, potrebbe venire
facilmente manipolata dalla notevole influenza dei mezzi di comunicazione di
massa.
C’è inoltre da colmare la diseguaglianza nell’accesso alle tecnologie
telematiche. Questo anche in Italia dove attrezzature elettroniche sono presenti
nel 42% delle famiglie benestanti e solo nell’11% di quelle disagiate. Siccome
oggi lo sviluppo si gioca anche sulla padronanza di tecnologie, i Governi
dovrebbero promuovere una diffusa alfabetizzazione informatica a partire dalle
scuole (in Italia è stato appena approvato un disegno di legge in questo senso),
senza scordare che l’alfabetizzazione va sempre integrata con un’educazione al
mezzo.
Multiculturalità
Su Internet ci troviamo gomito a gomito
non solo con quelli del nostro gruppo sociale, ma anche con persone di altre
culture che non avremmo mai potuto incontrare altrimenti.
Si potrebbe pensare
che le possibilità tecnologiche di per sé accrescano la conoscenza e la
familiarità tra gli uomini. Però, ”se il mondo è un ’villaggio globale‘ in
quanto a tecnologia, non lo sarà mai sul piano sociale e culturale. Si arriva
anzi a un destino contrario: più le distanze sono abolite, più si vede con
facilità quello che separa le culture (…). E più occorre sforzo per tollerarsi
reciprocamente.“8
C’è anche il rischio di un nuovo
imperialismo culturale perché si sta imponendo la cultura secolare occidentale
con i suoi valori ”a persone e società che in molti casi non sono in grado di
valutarli e di confrontarli“9.
Internet d’altro
lato può aiutare il mantenimento di una identità culturale, perché permette, per
esempio, ai cittadini di un Paese che sono residenti all’estero, di mantener
vivo il legame con il Paese di origine frequentandone i Siti e leggendone in
rete i quotidiani.
Un antidoto all’appiattimento dei sistemi culturali – che
”hanno molto da imparare l’uno dall’altro“10 – è il
dialogo tra di esse, oggi particolarmente necessario.
Internet che si era
cominciata a ideare in periodo di guerra fredda, oggi può essere territorio di
un nuovo tipo di guerra elettronica ad opera di cyber terroristi – si sono
addestrati reparti speciali a combatterla anche nel corso dell’ultima guerra in
Iraq11 – solo un rinnovato e deciso impegno nel
dialogo tra le culture può far sì che Internet si evolva come strumento di pace
e condivisione.
Famiglia
Il diffondersi dei computer nelle
case, nelle scuole e nei luoghi di ritrovo, rende la famiglia più permeabile e
aperta all’influenza di agenti esterni. Questo è un pericolo non solo per i
figli, ma anche per i coniugi. Internet è un media che attira, assorbe al punto
tale che è difficile staccarsene. Così il tempo per la famiglia si assottiglia.
I contatti in rete sono stimolanti, hanno quel fascino del non quotidiano e il
comunicare virtuale può sembrare più schietto e profondo di quello che si
raggiunge con il coniuge immersi nei problemi di ogni giorno. È spesso una
chimera, ma è un reale indice di instabilità delle coppie.
Internet è una
struttura paritaria, senza un centro di responsabilità o di comando. Ne deriva
il diffondersi di una mentalità insofferente a qualsiasi principio di autorità.
I genitori, che hanno difficoltà tecniche e culturali nel loro approccio alle
nuove tecnologie, perdono il ruolo di guida e di controllo nei riguardi dei
figli, il rapporto diviene più difficile che in passato.
Riscontriamo
quotidianamente la connaturalità dei ragazzi con Internet e non possiamo negare
che desti in noi qualche preoccupazione in più. I mezzi d’informazione riportano
spesso storie di pedofilia, o danni psico-fisici indotti dai nuovi media, in
realtà accentuando di molto situazioni che esistono da tempo anche fuori dalla
Rete.
I minori, specie i bambini più piccoli, non dovrebbero mai esser
lasciati da soli in Rete. Se proprio la navigazione non può essere condivisa con
un adulto è meglio utilizzare accessi ad Internet filtrati, che però non
sostituiscono la preziosità del farsi compagni nel viaggio virtuale, stimolando
un confronto e un dialogo che aiuti la formazione di una capacità
critica.
Conclusioni
Come per ogni grossa innovazione
tecnologica del passato, l’uomo anche oggi deve interrogarsi su quanto gli
succede attorno per fornire un’etica all’evoluzione.
Certo davanti a ogni
mutamento la paura dell’ignoto si avverte, ma ”(…) eliminare completamente lo
shock del trapasso culturale, significherebbe paradossalmente vivere in un mondo
sempre uguale, che non ci dà nessun nuovo stimolo, nessuna nuova possibilità di
conoscenza e anche di emozione“12.
Con l’avanzare
della realtà virtuale si rischia che i rapporti tra gli uomini e anche con il
mondo si smaterializzino. Nell’illusoria perfezione dell’universo virtuale si fa
fatica a pensare l’uomo fatto di carne ed ossa, perché significherebbe ammettere
il limite, l’errore, il dolore, la morte tutte cose che si vogliono ignorare. Si
pensa che le relazioni nel mondo virtuale siano di più alto livello, perché
danno una conoscenza interiore dell’altra persona. In pratica si lede l’unità
della persona umana e ne conseguono anche danni psicologici perché siamo uomini
e non puri spiriti. Lo testimonia il fatto che più una relazione nel virtuale si
approfondisce, più cresce il desiderio di incontrarsi di persona. Sentiamo il
bisogno di guardarci negli occhi, di abbracciarci. Abbiamo bisogno di un
contatto diretto anche con la natura e l’ambiente che ci circonda. E se possiamo
fare viaggi virtuali in luoghi lontani e vicini, in musei, in parchi naturali…
ciò non toglie che appena possibile vogliamo recarci lì di persona.
Per tutto
questo è importante che l’esperienza virtuale sia integrata nel contesto della
realtà quotidiana con le sue lotte, le sue conquiste, le sue disfatte.
Ma il
virtuale è anche una grossa opportunità di crescita di una coscienza comune
dell’umanitàs. Lo ha intuito – mezzo secolo prima di Internet! – Theilhard de
Chardin, che qualcuno vorrebbe oggi proclamare patrono di Internet. Egli l’ha
preconizzata nel suo libro Il fenomeno umano parlando della noosfera:
”Una collettività armonizzata di coscienze, equivalente a una sorta di
supercoscienza, in cui la Terra non solo si ricopre di grani di pensiero a
miriadi, ma si avvolge in un solo involucro pensante, sino a costituire,
funzionalmente, un unico e vasto Grano di Pensiero, su scala siderale. Mentre la
pluralità delle riflessioni individuali si raggruppa e si rafforza nell’atto di
una sola Riflessione unanime“. Egli afferma ancora ”possiamo prevedere il tempo
in cui gli uomini sapranno cos’è desiderare, sperare, amare tutti insieme, come
d’un solo cuore, la stessa cosa allo stesso momento“. Un germe di questo
sviluppo di coscienza comune l’abbiamo visto nella nascita, spontanea e diffusa,
di tante iniziative in Rete a favore della pace in Iraq. Theillard de Chardin ci
suggerisce anche un metodo per andare verso questa unità d’intenti: ”Solo
l’amore, per la buona ragione che prende e collega gli esseri dal loro profondo,
è capace di perfezionare gli esseri in quanto tali,
riunendoli”13. E precisa ”L’unione differenzia“.
L’amore perfeziona riunendo e differenziando. È iniettando questo amore nelle
maglie della Rete, mezzo tagliato su misura per stringere le fila della famiglia
umana, che contribuiremo a rimettere in luce, con rispetto e apprezzamento, le
identità di uomini e culture, perché nel loro armonioso comporsi l’umanità si
perfezioni, maturi, fino a giungere a una nuova era di collaborazione e di pace,
alla ’civiltà dell’amore‘14.
Maria Rosa
Logozzo
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1 Pontificio Consiglio delle
Comunicazioni Sociali, Istruzione Pastorale Aetatis Novae,
n.4
2 Aldo Carotenuto, La mente smarrita in una
folla di
segnali,
http://www.fub.it/telema/TELEMA3/Caroten3.html
3
Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali, Etica in Internet, n.7
4 Giuseppe O.Longo, Progresso e responsabilità: il
passaggio dalla scienza alla
tecnologia,
http://www.fondazionebassetti.org/02/docs/longo-relazione.pdf
5
http://www.rsf.org/article.php3?id_article=7971 6
Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali, Etica in Internet,
n.38
7 Ibidem, n.17
8
Dominique Wolton, Internet: une chance pour la Planete?, Label France, Janvier
2000, n.
38,
www.france.diplomatie.fr/label_france/france/dossier/2000/18internet.html
9
Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali, Etica in Internet, n.
11
10 Ibidem
11
http://punto-informatico.it/p.asp?i=43045
12
Antonio Caronia, I nuovi media cambiano le
emozioni?,
http://www.emsf.rai.it/grillo/trasmissioni.asp?d=234
13
http://perso.wanadoo.fr/jacques.abbatucci/lephenom.htm#noosphere
14
Paolo VI, Messaggio per la giornata mondiale della pace 1977