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Il Mestiere di Scrivere: da una passione personale a una community professionale
Luisa Carrada
mestierediscrivere. com
Come moltissimi di voi, svolgo un lavoro di comunicazione. Ma oggi non vorrei raccontarvi quello che ho fatto nella mia azienda, bensì quello che ho fatto fuori. Anche se naturalmente i piani professionale e personale sono sempre molto intrecciati. Ho raccontato spesso ultimamente - sia parlando sia scrivendo - la mia esperienza in rete di questi anni. Questa volta la prospettiva è un po' diversa. Anch'io sono ripartita dal titolo: "Il silenzio, la parola. La luce".
E ho riflettuto improvvisamente che la mia esperienza è nata proprio dal silenzio.
In un momento molto silenzioso e di solitudine professionale, tra il '98 e il '99. Io lavoro in un'azienda di informatica - di tecnici e ingegneri -, dove mi sento spesso una mosca bianca. Sono laureata in lettere, non lavoro con i bit ma con le parole. E questo mi faceva sentire sola. Lavoravo con le parole tutto il giorno, ma sentivo questo silenzio, questa solitudine intorno a me. Internet mi ha fatto uscire dal silenzio. Ero riuscita a mettere le mani sul primo collegamento internet nella mia azienda nell'estate del 1995. Quando mi collegai per la prima volta, mi si spalancò un mondo, anche se era un mondo allora un po' povero, severo, abbastanza diverso dal mondo di internet che conosciamo oggi, così ricco, multimediale, colorato. Mi si aprì una strana cosa, che poi seppi essere il browser Mosaic: uno schermo tutto grigio pieno di parole, senza immagini. Una cosa tristissima, l'unico elemento di movimento erano le "palline" degli elenchi puntati, non c'era altro. Cominciai a navigare cercando qualcosa che potesse interessarmi, e capitai su vari siti di università americane che parlavano. della mia professione! Finalmente!
Mi sentii subito meno sola. Il silenzio era rotto. Cominciai a navigare in
maniera molto concitata. Capii che si apriva un mondo per me, per tutti i
comunicatori come me. Mi sentii improvvisamente parte di una comunità
professionale più vasta, anche se le persone di cui leggevo gli scritti sullo
schermo del computer non le conoscevo personalmente e magari si trovavano
dall'altra parte del mondo. Però sentii che c'era qualcosa, che "la
rete" io cominciavo a tesserla intorno a me.
Passai dei mesi leggendo e studiando, riempii pagine di appunti, cominciai a
scrivere e soprattutto non mi sentii più tanto sola. Un giorno pensai che i
miei appunti potevano diventare essi stessi un sito, che potevo a mia volta
restituire qualcosa di quello che avevo avuto.
Su internet in italiano non c'era assolutamente niente sui temi della scrittura
professionale e della comunicazione d'impresa. Io avevo letto e imparato
moltissimo. Non sempre cose che mi convincevano, ma che sicuramente mi facevano
pensare.
E così cominciai anch'io a scrivere qualche pagina web in italiano. Le tenni
per un po' buone buone nel mio computer finché un giorno presi coraggio e
cominciai a costruire il mio sito. Poche pagine, molto semplici, in cui
cominciai a raccontare il mio lavoro a un pubblico ipotetico, di cui ero ancora
in cerca. Uno dei primi giorni del 1999 registrai finalmente il dominio: www.mestierediscrivere.com.
Non avevo grandi pretese, né aspettative. Pensavo che mi avrebbero letto in
quattro gatti, i quattro gatti che facevano il mio lavoro, non avevo neanche
idea di quanti fossero davvero in Italia. Misi online queste pagine con molta
trepidazione e provai una enorme emozione quando aprii finalmente il browser e
vidi i miei testi, che chiunque altro poteva leggere.
Passarono alcuni giorni di silenzio, ma veramente pochi, perché presto
cominciai a ricevere mail, lettere, parole, da altri professionisti, e
cominciai a condividere qualcosa con loro. Devo dire che le prime mail, mi
commossero molto e mi sorpresero, tant'è che le conservo ancora. Intorno a me
si allargava un cerchio. Nel giro di pochi mesi non solo mi sentii finalmente
parte di una comunità professionale, ma capii che avevo messo in moto un
meccanismo virtuoso un po' sorprendente, di cui io stessa mi sorprendevo ogni
giorno. Mi sono sentita incoraggiata e il sito è cresciuto. Ho scritto
moltissimo, più di quanto avevo previsto all'inizio, perché ho ricevuto tanti
stimoli da altri professionisti e si è creato ciò che io auspicavo e sognavo,
ma non credevo possibile: una comunità professionale.
Virtuale si dice spesso, ma non
è così. Quello che succede in rete, i rapporti che si hanno, gli scambi di
esperienze, di conoscenze, anche se avvengono con persone che magari non
abbiamo mai visto, sono reali. Non c'è niente di più reale di questo.
Col tempo - sono ormai sei anni - si è creata una comunità professionale ricca
e vivace. Forse è venuta allo scoperto anche in Italia una professione che
molti di noi facevano ma non sapevano neanche come chiamare. Io stessa sono un
po' in difficoltà quando in un contesto sociale mi chiedono che lavoro faccio,
perché la risposta sarebbe business writer in
inglese, ma dire in italiano "sono una scrittrice d'impresa" è un po'
ridicolo, quindi in genere, piena di imbarazzo dico: "mi occupo di
comunicazioni in un'azienda", poi magari spiego che scrivo.
Questa comunità professionale era un sogno, non pensavo che potesse essere
davvero l'obiettivo del mio sito, del mio fare, del mio scrivere e del mio
scambiare ogni giorno. Invece lo è diventata. E' una comunità professionale
ampia, da cui io personalmente ho ricavato moltissimo. Credo anche le persone
che corrispondono con me o che semplicemente leggono il sito. Il Mestiere di
Scrivere è diventato molto vasto e adesso non ospita più solo cose scritte da
me ma anche testi di altri professionisti, altri autori. E' una sorta di casa
editrice libera, gratuita, in cui io gestisco il traffico, oltre che scrivere
naturalmente. Questo ha cambiato la mia vita professionale in maniera radicale.
Ormai scrivo quasi tutti i giorni perché il sito integra anche un blog
(http://mestierediscrivere.splinder.com), in cui registro con le parole anche
qualcosa che mi capita durante la giornata, un'emozione, una parola che non
conoscevo e che improvvisamente mi suscita associazioni e pensieri.
Il Mestiere di Scrivere è stata ed è per me una grandissima scuola: raccontare dal di dentro il proprio lavoro diventa un prezioso strumento di riflessione e di condivisione, che cambia qualcosa anche di te e della tua vita personale. Probabilmente non sarei qui oggi se non avessi avuto un'esperienza in rete. Magari avrei scritto un bellissimo libro sulla comunicazione personale, sulla scrittura professionale, che avrebbero letto mille persone, e già sarebbe stato un grande successo. Ma sul web è stato stato tutto diverso, e nulla di tutto questo sarebbe accaduto se io non avessi avuto a disposizione uno strumento tecnologico facile, libero, poco costoso, che mi ha permesso di esprimermi e di comunicare senza dipendere da case editrici, da altre persone. Parlavamo della libertà: Internet è per me soprattutto uno strumento di libertà. E' la possibilità di pubblicare, di comunicare, alla portata di tutti. O meglio, alla portata del singolo, della persona. Io ho cominciato da sola, con le mie poche cose, con un pc e con un software.
Conosco molte altre esperienze di singoli che, con una forte passione, hanno creato comunità online. La prima persona che mi scrisse è un giovane papà di Voghera: "io sto facendo un sito per bambini, io aspetto un bambino e vorrei tanto fare un sito per i genitori, perché non abbiano paura di internet, ma la rendano amica dei loro bambini". Si chiama Alessio. Mi disse: "Ho appena registrato un dominio, si chiama www.bambini.it". Beh, www.bambini.it oggi è lo splendido portale italiano per internet e i bambini. Ci sono link a siti per bambini di tutto il mondo, i migliori. Ci sono fiabe, filastrocche, una guida a internet ai genitori. E Alessio come me lavora nella sua azienda, tranquillo, come sempre, curando il suo sito nel tempo libero. Credo che una grande multinazionale di prodotti per bambini, se avesse voluto, con tanti soldi, fare quello che ha fatto Alessio e creare il portale di internet e bambini, non avrebbe assolutamente fatto di meglio, probabilmente avrebbe fatto di peggio. C'è poi oggi un'ondata di siti e di blog di insegnanti, che usano internet per allargare l'aula, per aprire la loro classe, per riprendere argomenti che hanno trattato a scuola. Ce ne sono di famosissimi - ne cito uno per tutti, Fuoridiclasse (http://fuoridiclasse.splinder.com), un blog splendido di una giovane insegnante che si chiama Lorenza. Sono tutti siti nati dalla passione di una persona. Tanti piccoli miracoli resi possibili da uno strumento tecnologico e di comunicazione come il web.
Ora passerei alla
"luce".
Ritornando alle prospettive e alla cultura, in internet vedo molte luci e molte
ombre, Non mi pongo grandi domande sulla visione - sono sincera -, vivo la rete
giorno per giorno, cercando di osservare quello che succede, e provandoci
sempre molto gusto. Sono quindi immersa nelle luci, perché ho un'esperienza
estremamente positiva e ricca sul piano personale. Naturalmente quando uno
strumento è alla portata di tutti, uno strumento di pubblicazione così
semplice, che fa a meno anche dei poteri forti delle case editrici, il rovescio
della medaglia è che tutti possono lasciare una traccia. Questo significa anche
un fortissimo rumore di fondo, che sul web rende molto difficile capire, a
volte semplicemente trovare, che cosa ci interessa, cosa c'è di buono per noi.
Qui vedo soprattutto le ombre. Dove andiamo, quale sia la visione, francamente
non lo so. Sto osservando molto, anche attraverso l'esperienza del blog.
Il blog è uno strumento di pubblicazione, uno vero strumento editoriale ancora
più semplice, dove addirittura si può lasciare una traccia con un commento
estemporaneo. Sembra una cosa bellissima: tutti possono confrontarsi e
discutere. Beh, non è così perché se tutti parlano, se tutti dicono: "io
sono qui", il rumore di fondo aumenta, le informazioni aumentano e
muoversi in questo mondo diventa sempre più difficile. Il pericolo è che in
qualche modo si scambi, come ha scritto Umberto Eco, il medium per il
messaggio. Sul web, come nel mondo e nella vita di tutti i giorni, per farsi
ascoltare bisogna avere qualcosa da dire, e dirla bene.
Quindi vedo luci e ombre. Non credo che la tecnologia in sé sia buona o cattiva. Internet è un mondo, un mondo complesso sempre più ampio, che rispecchia- ahimé - il mondo in cui viviamo. Dalla sola tecnologia non possiamo aspettarci cambiamenti o miglioramenti. La qualità del web dipende solo dalle persone che lo frequentano e che lo abitano. Infine, una delle strade che Internet sta prendendo e che non mi piace molto: quella di un grande tubo a banda larga in cui possono passare film e altro, un luogo di ricezione più che di scambio, che somiglia molto alla televisione.
L'Internet che piace a me e che ogni tanto vedo un po' offuscarsi è quella di un luogo di confronto e condivisione. E' l'Internet così come l'ha immaginata l'inventore del world wide web, un signore inglese che si chiama Tim Bernars Lee. E' stato lui a scrivere in uno dei suoi libri "Avevo ed ho un sogno: che il web potessero essere meno un canale televisivo e più un mare interattivo di conoscenza condivisa. Immagino un caldo e amichevole ambiente fatto delle cose che noi e i nostri amici abbiamo visto, sentito, goduto o immaginato. Mi piacerebbe che rendesse più vicini i nostri amici o colleghi, sì che, lavorando insieme su questa conoscenza, possiamo ricavare una migliore comprensione".