di Maria Rosa Logozzo
(sulla videoregistrazione della lezione che Luigino Bruni ha tenuto a Intermediando 2008 il 12 settembre 2008)
Non mi ero mai soffermata sul fatto che la parola dono ha in sé un’ambivalenza, espressa bene dalla cultura anglosassone dove il termine gift vuol significare dono in inglese e veleno in tedesco. “Il dono può essere una mela avvelenata quando non arriva alla reciprocità. Quando c’è qualcuno che dona sempre e qualcun altro che riceve sempre e non può rispondere, ciò nasconde sempre rapporti di potere, rapporti di dominio sull’altro”.
di Vera Araujo
(trascrizione della lezione tenuta il 20 settembre 2008, il video è su google)
Vorrei lanciarvi delle provocazioni che ci aiutino a pensare alle cose che facciamo, non a quelle estranee alla nostra vita, al nostro lavoro, alla nostra operosità ma pensare alle cose che stanno nel fondo di tutto questo.
Vorrei iniziare con un pensiero di Levinas, un grande filosofo francese, che - secondo me - è provocatorio, ma che ci fa subito pensare.
di Piero Damosso
(Testo preparato per la lezione del 13 settembre 2008 ore 12)
In che modo i fatti, gli avvenimenti, le storie, i valori delle persone, delle comunità e della società possono entrare nel circuito mediatico? Come avviene la selezione? In che modo la realtà, le realtà diventano notizie?
Nell’era della comunicazione, la scelta di situazioni e opinioni da inserire, ad esempio, in un telegiornale è ancora di più una grande questione democratica perché da questo dipende la conoscenza, la visibilità e la rilevanza di un avvenimento, di un commento, di una relazione, di un senso.
di Mario Dal Bello
(Testo preparato per la lezione del 13 settembre 2008 ore 18:30)
Introduzione
Una premessa, quando si parla di film, sembra sempre valida, secondo l’indicazione opportuna suggerita, fra gli altri, da Francesco Casetti (Teorie del cinema dal dopoguerra ad oggi, 1978) ancora di attualità. Ossia, la differenza fra scrivere – o parlare – di cinema e scrivere - o parlare – di film.
di Gianni Bianco
(Testo preparato per la lezione del 10 settembre 2008 ore 11:30)
E’ la nostra condanna. O la nostra fortuna.
Per alcuni è solo uno strumento del mestiere, uno dei tanti. Per altri è diventata una specie di scuola di vita.
Ebbene sì. Può essere banalmente il modo per raccogliere notizie, per farsi raccontare come si sono svolti i fatti. O piuttosto può rivelarsi un modo imprevisto e imprevedibile, per entrare in contatto con l’altro, con la parte più intima di chi ci sta davanti.
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