Gianni Bianco
giornalista Rai
Il silenzio, la parola. La luce.
Comunicazione e dialogo nelle arti e nei mestieri dei media:
idee e sperimentazioni. Il comunicatore può essere costruttore positivo della
società?
Interviste di Gianni Bianco a personalità presenti in sala
Gianni
Bianco: In questi
giorni ci sarà modo di scoprire il potenziale di professionalità e di
esperienze presenti in questa sala, in questo congresso.
Facciamo una sorta di giro del mondo tra gli ospiti presenti e partiamo
dall'America, da Chicago: da Ayesha Mustafaa, musulmana, direttrice di un
mensile molto autorevole che ha più di venti anni di storia ed è diffuso in
tutto il mondo, anche in paesi del mondo arabo, si intitola Muslim Giornal. Qual
è il tuo lavoro per questa rivista mensile?
Ayesha Mustafaa: Il mio lavoro è quello di editrice capo
del Muslim journal, il giornale per i musulmani americani. Ho fatto i miei
studi al Yellow University e sono la mamma di quattro bambini e nonna di due.
Gianni Bianco: Fra le
cose che leggevo c'è come in uno slogan la missione del suo giornale: "Unire
l'umanità sulla base della verità e della comprensione". Non è una missione da
poco in un mondo come quello in cui viviamo.
Ayesha Mustafaa: E' un messaggio infatti molto
importante per tutto il mondo di oggi e anche noi negli Stati Uniti abbiamo una
esperienza di prima mano. Infatti essendo una società pluralistica c'è bisogno
di risanare tanti rapporti.
Gianni Bianco:
Ovviamente il suo è un giornale musulmano negli Stati Uniti. Ecco, quale
difficoltà incontra, in questo momento particolare di conflitti così importanti
gravi?
Ayesha Mustafaa: In questo momento è molto importante
che ci sia una voce come questo giornale musulmano. Per i musulmani americani,
soprattutto dopo l'11 settembre come voi sapete, i media hanno dato una certa
immagine dei musulmani in generale. Quindi è molto importante avere un'altra
voce che faccia conoscere le vere radice dell'Islam. Non è giusto giudicare un
popolo, una religione che ha un miliardo di persone, per ventiquattro persone
che hanno fatto un atto di terrorismo.
Gianni Bianco: Questo è
proprio una missione che qui in questi giorni avremo modo di affrontare in
profondità.
Andiamo dell'altra parte del mondo, nelle Filippine. Abbiamo qui con noi Willam
Esposo. Willam è un vulcano di idee, di progetti. E giornalista, scrittore, è
stato al fianco di Core Aquino nella campagna elettorale, è stato membro del
governo. Adesso è fra gli editorialisti più autorevoli nel suo paese. Tra
l'altro su Internet si può verificare come le sue idee creino dibattito nel suo
paese.
Willam, tu sei stato qui nell'2000. Sei un veterano di Netone, perché sei
tornato?
Willam Esposo: Son tornato a questo Congresso, perché
ci sono tante idee, tanti progetti che mi interessano. Tanti progetti del
Focolare. Soprattutto uno, il progetto della Economia di Comunione,
e poi il progetto del Movimento politico per l'Unità e anche certamente questa
iniziativa, queste idee che sono alla base del progetto di Netone. Il mio è un
paese in cui tante persone soffrono, tante persone vengono sfruttate, spese
volte non sanno neppure i motivi che rendono possibile questo sfruttamento.
Quindi, io lavoro per dare una voce a queste persone, per far loro conoscere di
più le loro radici e anche la loro storia.
Gianni Bianco: Grazie
Willam. Avremo modo di ascoltarti nelle tavole rotonde dei prossimi giorni.
Da queste prime impressioni vediamo che il nostro mondo, quello dei media, che
conosciamo, che presenta molte difficoltà, è ricco di tante risorse e di
stimoli di operare. Questo Congresso di Netone comprende anche , ed anzi è un
po' la novità di oggi, il mondo del cinema. Si concluderà , domenica, con la
consegna di un premio importante a Chiara Lubich.
E tutto questo avviene perché a Hollywood sta succedendo qualcosa e si sta
provando un modo nuovo di fare cinema. Fra coloro che partecipano da tempo alle
attività di Netone e che hanno contribuito a mettere germi di novità a
Hollywood c'è Ron Austin, un personaggio importante del cinema come della
televisione.
Tutti, naturalmente abbiamo visto "Charlie Angels", che è stato creato da Ron
Austin. Ha lavorato con Charlie Chaplin, o meglio è stato un suo discepolo,
all' inizio.
Oltre a far cinema, sei anche un po' maestro dei vita a Hollywood, in questo
momento: riesci a portare i valori di Netone nell'industria del cinema
americano?
Ron Austin: La prima cosa che voglio dire è che
sono contentissimo di ritornare qua, a Castelgandolfo, a trovare alcuni vecchi
amici ed anche a conoscerne dei nuovi. Questa volta sono venuto accompagnato da
vari giovani cineasti, e anche loro sono contentissimi di essere qui. Aspettano
solo di conoscere gli altri compagni di questa avventura e scambiare idee sul
cinema.
Gianni Bianco: Potremo
vedere anche alcuni dei prodotti che avete realizzato in questo periodo ad
Hollywood ?
Ron Austin: Vi faremo vedere parte di un nostro
primo film che abbiamo fatto. In pratica è un tentativo di fare un film in un
modo più comunitario, più collettivo, più di collaborazione. Penso che in
questo momento tutti abbiamo bisogno di andare più alle radici, di andare più
in profondità quando si fa il cinema, andare più al profondo, alle radici del
conflitto. Per riuscire a trovare le soluzioni, per rinascere, quasi,
purificati da questa esperienza. Ci auguriamo che il nostro film esprima
questo.
Se posso aggiungere ancora una cosa, so che tanti di noi sono preoccupati per
la situazione politica, per la situazione sociale internazionale in questo
momento. Se posso dire una cosa è ricordare che tutti noi siamo qua perché
alcuni anni fa una giovane ha fatto l' esperienza di trovare la luce dall'
oscurità, di trovare la luce dalla sofferenza. Quindi è possibile farlo ed è
per quello che siamo tutti noi qua.
Gianni Bianco: Grazie!
Restiamo ancora un po' negli Stati Uniti del Nord America. Si è parlato del
grande cinema con Ron Austin, però ovviamente l'industria del cinema produce
anche e soprattutto film per la
TV. Noi siamo molto contenti di avere qui con noi Sunta
Izzicupo. E'una produttrice molto segnalata negli Stati Uniti di America, ha
lavorato a lungo per la
CBS.
Sunta Izzicupo:
Tredici anni per la
CBS.
Gianni Bianco:
Soprattutto per la produzione di film per la Tv
Sunta Izzicupo: Sì, e
miniserie.
Gianni Bianco: Che
impressione le fa questa platea di professionisti così diversi nelle loro
competenze, però uniti da questa utopia di cui parlava anche Ron Austin?
Sunta Izzicupo: E' per me un grande onore essere qua.
Come ha detto Ron, io sono qua prima di tutto per incontrare le persone, per
dialogare, per scambiare idee e pensieri con nuovi amici di tutto il mondo.
Persone con cui condividiamo la stessa meta, lo stesso scopo, cioè produrre una
programmazione di qualità e anche ricca di valori umani, e interrogarsi, qui,
sulla situazione attuale, dei media, ed andare più in la, verso la luce.
Gianni Bianco: Sunta
Izzicupo ci ha dato una sorta di manifesto su tutto quello che ci ripromettiamo
che avvenga, durante questo congresso; su quanto vogliamo fare in questi giorni
e in futuro. Ci ha introdotto anche in una riflessione teorica: anche questo
aspetto sarà sviluppato in questi giorni. Fra poco cominceremo a dividerci in
varie sezioni, e tra queste è prevista la sessione per chi si dedica allo
studio della comunicazione. Qui accanto a me è il professore Francesco Casetti
che insegna alla Cattolica di Milano, benvenuto, buongiorno.
Francesco Casetti: Grazie, grazie dell'invito. E la prima
volta che vengo e sono anche un po' emozionato.
Gianni Bianco: Il
professor Casetti è molto conosciuto in Italia, ma anche negli Stati Uniti.
Molti di noi, in questa sala, hanno studiato sui suoi libri, o comunque hanno
imparato a conoscere come si smonta un film, come si leggono i processi della
comunicazione di massa, perché lui ha anche scritto manuali di divulgazione,
spiegando in maniera molto semplice i processi molto complessi. Ecco, adesso
siamo qui in questa sala comunicatori tanto diversi: che impressione le fa?
Francesco Casetti: Innanzitutto, avete parlato di "utopia",
invece no, è una necessità. In qualche modo è necessario oggi pensare alla
comunicazione in forma, come dire, "utopica" . Molti pensano che la
comunicazione sia niente altro che una industria. Anzi l'unica industria
pesante dei nostro tempi. Nell'ottocento c'era l'acciaio, oggi c'è la
comunicazione. Chi la pensa così, anche industrialmente, sbaglia, nel senso che
la comunicazione mette in gioco dei valori che fanno l'uomo uomo e fanno la
società. E senza l'uomo uomo e senza la società, alla fine abbiamo a che fare
con delle merci inerti. Se ci riempiamo la casa di gadget, che sono simboli che
non funzionano, alla fine usciamo noi di casa.
Gianni Bianco: Grazie
professore!
In qualche maniera abbiamo aperto uno spiraglio su tutta una parte dei lavori
di questi giorni, che appunto sarà un lavoro di studio da mettere in comune, da
incrociare, con le esperienze professionali.
Rimaniamo nel settore della ricerca, ma parlando anche di informazione, di ICT,
con un altro docente, brasiliano, Mauricio Pimentel, dell'Università di San
Paulo, che insegna tecnologia dell'informazione. A suo vedere, che cosa può
significare quest'incontro planetario di tanti saperi ed esperienze diverse?
Mauricio Pimentel: Sono molto onorato di essere qui, e
voglio ringraziare per l'invito. Le mie aspettative riguardano sopratutto la
possibilità di discutere le differenze che esistono fra rivoluzione tecnologica
e sviluppo dell' etica nel campo della comunicazione.
L'umanità è andata avanti moltissimo nella tecnologia della comunicazione, però
non ha avuto lo stesso sviluppo e la stessa velocità nell'etica della
comunicazione. Poter discutere di questo per me rappresenta come una sfida ed è
una grande gioia poter fare qui con voi questa discussione.
Gianni Bianco: Grazie.
Per dare una rappresentanza almeno simbolica a tutti i percorsi professionali e
umani che ci sono in sala vogliamo conoscere una studentessa, perché ovviamente
c'è chi la comunicazione la fa per professione, chi la comunicazione la studia,
Restiamo in Brasile.
Abbiamo con noi Suelens Dantas, di Belem. E' per un periodo di formazione qui
in Italia: che impressione ti fa essere qui a accanto a tanti professionisti,
gente che magari fanno un lavoro che a te piacerebbe fare in un futuro e per il
quale ti prepari?
Suelens Dantas: Io sono sicura che questo congresso mi
darà e ci darà tante opportunità di scambiarci esperienza arricchenti: quello
che costruiamo insieme qua lo porteremo dovunque andremo e ci aiuteranno a
costruire cose nuove perché le costruiremo insieme.
Gianni Bianco: Grazie