Segnaliamo un interessante articolo pubblicato su La Stampa due giorni fa a firma di Anna Masera. Una riflessione sulla responsabilità dei giornalisti in tempi di "fake news" e di "hate-speach", ovvero di notizie false e discorsi d'odio in Rete.
Del tutto condivisibili ci sembrano le prescrizioni del citato "Manifesto della comunicazione non ostile", una sorta di decalogo rivolto ai comunicatori, giornalisti in primis, ai politici, i docenti, gli influencer e a tutti i navigatori del web che interagiscono fra loro ed esprimono pensieri, opinioni e valutazioni in Rete, nei forum, nelle community e sulle piattaforme dei social network. Uno strumento che ci pare non solo prezioso ma da diffondere.
L’iniziativa sottolinea inoltre, a nostro avviso, l’esigenza di investire in una educazione all’uso corretto dei mass media che dovrebbe iniziare fin dalla prima scuola, per poi coinvolgere anche gli adulti, come i giovani assidui nella fruizione della Rete. Come altri hanno detto in passato, se per guidare è necessario apprendere le regole della strada, così per navigare in internet è indispensabile dotarsi di una "patente" che certifica la conoscenza delle regole della comunicazione digitale, dei rischi e delle “buone pratiche” che rendono piacevole e costruttiva la comunicazione online.
Un'esigenza che pare sempre più stringente mentre la cronaca ci riporta casi crescenti di bullismo in Rete e di discorsi d’odio, come quello recente che ha coinvolto l’atleta paralimpica Bebe Vio, offesa e minacciata attraverso Facebook.
Ci piacerà a breve proporvi un approfondimento al riguardo.
Claudia Di Lorenzi
Qui l'articolo di Anna Masera su La Stampa http://www.lastampa.it/2017/02/21/cultura/opinioni/public-editor/riflettiamo-sul-manifesto-contro-le-parole-ostili-g4k2NXkIrUx3CYwkzyvJzO/pagina.html