Oggi, al seminario Buddista-Cristiano di Chiang Mei, Benedetto Gui e Teresa Ganzon hanno presentato Economia di Comunione
EdC, un segno di speranza
Il 4°simposio Buddista-Cristiano, in corso a Chiang Mei, in Thailandia, dal 1° febbraio scorso volge quasi verso la conclusione. Oggi è stata la giornata dedicata al tema della crisi finanziaria, nella quale Benedetto Gui e Teresa Ganzon hanno presentato all'uditorio, composto da Buddisti, Cristiani e Mussulmani, il progetto di Economia di Comunione. Facciamo qualche domanda a caldo a Benedetto Gui, dalle aule del simposio.
Benedetto, quali sono state le tue impressioni di questi giorni di simposio interreligioso?
Anzitutto mi ha colpito molto come anche qui, in Thailandia, si senta in maniera fortissima l'esigenza di una economia diversa che sia rispettosa dell'uomo: la Thailandia è un paese in forte trasformazione a causa del rapido processo di industrializzazione, e si sente molto la perdita delle tradizioni, dei valori: questo preoccupa molto specialmente le persone religiose. In questo convegno si è passati dal denunciare questa situazione mettendo l'accento sulle cose che non vanno nell'economia di oggi, al rendersi conto che il mondo cambia e occorre cogliere le opportunità di questo cambiamento.
In questo contesto, come è stata colta l'esperienza di Edc?
Mi pare che EdC sia stata colta come un bel segno di speranza. E qui, in questo contesto, questa sensazione è molto forte e concreta. Mi verrebbe da dire a chi magari è titubante a buttarsi in questa avventura, che il valore di questa piccola esperienza di Edc è grandissimo anche a queste latitudini e va molto aldilà delle sue dimensioni attuali: c'è un intero mondo che aspetta una esperienza che possa tenere insieme tutte le dimensioni dell'uomo: assistere a questo simposio darebbe e chiunque la motivazione forte per aderire ad Edc perchè ne vale la pena! Un'altra cosa che ho colto in questo simposio riferita ad Edc è questa. Un dirigente del Consiglio Mondiale delle Chiese diceva in questi giorni che che il sistema economico attuale, le banche, la finanza.. hanno creato delle "avidità strutturali": le banche hanno funzionato come "strutture di avidità" ad un livello istituzionale: allora ho intuito che nello stesso modo Edc è un qualcosa di più di una "generosità" individuale, ma è una generosità, un amore, una apertura che, per quanto piccola, prende una "dimensione strutturale" perchè genera una cultura che caratterizza una intera organizzazione.
Cosa puoi dirmi ancora del vostro intervento su Edc di oggi?Io ho presentato il progetto Edc a livello complessivo, mentre Teresa ha portato la testimonianza della sua Azienda, il Bangko Kabajan; una esperienza che è stata molto apprezzata per la sua completezza. Infatti il Bangko Kabajan non è una impresa che si limita a produrre utili da dare ad Edc, ma ha a che fare direttamente con i poveri, e li tratta secondo la cultura del dare e questo è un qualcosa di più, di particolare valore. Il BangKo ha come clienti le famiglie povere dei villaggi, ma non fa loro "beneficienza", perchè i conti della banca tornano; "fa affari" , ma con la cultura del dare, ed il risultato è che queste persone possano crescere sia dal un punto umano che sociale. Teresa ha finito il suo intervento riportando il commento di una donna alla quale il Bangko fa microcredito. Lei diceva che era molto contenta del rapporto instauratosi col Bangko perchè adesso "ha più amici di prima": questo accade perchè il modo in cui si tratta con queste persone è quello della cultura del dare: il BangKo fa transazioni commerciali che sono anche opportunità di crescita per le persone che possono così uscire dal proprio stato di isolamento e abbandono.
Un'ultima nota?
Si, come ultima nota direi lo stupore, la sorpresa di vedere anche qui come il carisma dell'Unità sia capace di fare il miracolo di vedere persone appartenenti a mondi così distanti, che si scoprono fratelli e che possono unire le proprie speranze.