Socialisti e cristiani: un dialogo possibile

28.06.2022

Un dialogo trasversale nel pieno rispetto reciproco. Socialisti, comunisti e cristiani possono incontrarsi e realizzare insieme qualcosa che fino a pochi anni fa appariva impossibile: un’etica sociale comune, che possa proporsi come nuova narrativa per un’Europa in cerca d’identità. A dimostrarlo è Dialop, un’iniziativa nata nel 2014 a partire dall’incontro tra Papa Francesco, Alexis Tsipras, allora presidente del partito Syriza e poi premier greco dal 2015, e Walter Maier, dirigente comunista austriaco. Oggi a Roma presentato il documento congiunto.

Di Luca M. Possati (L’Osservatore Romano)

Al progetto hanno aderito negli anni il Movimento dei Focolari e altre organizzazioni, tra le quali Transform!Europe, università e Ong. Dialop è una risposta concreta al messaggio lanciato da Papa Francesco nel settembre 2019 sulla necessità di “un’ampia alleanza educativa” al fine di “formare persone mature, capaci di superare frammentazioni e contrapposizioni e ricostruire il tessuto di relazioni per un’umanità più fraterna”. Martedì 28 giugno è stato presentato un documento congiunto, nato dall’esperienza del progetto, presso la Sala Cristallo (Hotel Nazionale), in Piazza Montecitorio a Roma.

“È stato un lungo percorso fatto soprattutto da cristiani legati al Movimento dei Focolari, ma non solo, e gruppi di comunisti greci, austriaci, tedeschi e italiani. Sono stati svolti incontri in cui, nella massima libertà e nel rispetto reciproco, si è cercato di affrontare insieme temi di etica sociale che sembravano un terreno di intesa comune. È un percorso, che continua; l’incontro di oggi non è un punto di arrivo”, afferma il giornalista Michele Zanzucchi, professore dall’Istituto Universitario Sophia (IUS), tra i promotori di Dialop

Tra i principali risultati dell’iniziativa, la Summer School che ha avuto luogo nel settembre 2018 nell’isola greca di Syros, ospitata dall’Università del Mar Egeo, sostenuta dallo IUS e sovvenzionata dal Parlamento greco. Oltre cinquanta tra professori, studenti e attivisti hanno colto l’invito espresso dal titolo Europe as a common: let’s think about it!

“La cosa principale è il dialogo in sé”,  afferma Zanzucchi, “cioè il fatto di poter dialogare e rispettarsi profondamente nelle proprie convinzioni. Non è un dialogo tra credenti e non credenti. Tutti credono in qualcosa. È un dialogo tra persone diversamente credenti”.

Al centro, cuore pulsante del progetto, il valore e la possibilità del cosiddetto “consenso differenziato” basato sul “dissenso qualificato”. Per poter dialogare veramente bisogna dapprima conoscersi e capirsi. Occorre sapere su quali fondamenti si basa l’interlocutore che abbiamo di fronte. Per evitare consensi apparenti, equivoci lacunosi, superficiali e falsi, bisogna cominciare mettendo in campo i dissensi, che devono essere “qualificati”, cioè chiari, sicuri, comprensibili, fondati. “Ci sono situazioni in cui non c’è accordo, perché evidentemente non può esserci. Il dialogo è più importante dell’accordo sui singoli temi. Anche se non si arriverà mai a un accordo, il percorso fatto rimane e permette di guardare all’altro, a colui che è diverso da sé, con l’ottimismo della fiducia reciproca” afferma Zanzucchi.

Il documento che viene presentato oggi “ripercorre la storia degli antagonismi tra cristiani e socialisti, per poi fare un bilancio del punto cui siamo arrivati, cioè del dialogo che stiamo portando avanti fatto di consenso differenziato e dissenso qualificato” spiega Luisa Sello del Movimento dei Focolari. “Il fine è un’etica sociale comune, nella quale la dottrina sociale della Chiesa si possa coniugare con la critica marxista”. 

Il futuro del progetto è aperto: “Adesso stiamo cercando di potenziare l’iniziativa con l’inserimento di giovani post-dottorandi”. “Va detto che questa sinistra che dialoga adesso non è più la sinistra che avevamo incontrato vent’anni fa. C’è stato un cambiamento di epoca e di mentalità”.

L’iniziativa Dialop coinvolge una rete internazionale di università (Uned di Madrid, University of Coimbra, Istituto Universitario Sophia, University of the Aegean, Rotterdam School of Business, HPH Edith Stein di Innsbruck, e Ong (Transform!europe, Rosa Luxemburg Foundation e New Humanity (di cui NetOne è organizzazione associata).

Per saperne di più, clicca QUI (articolo in italiano)

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